Segnalazioni

Lo scempio in Val Rosandra: una ferita aperta, ma anche questa volta nessuno paga

Dopo una mia insistenza,  a riguardo delle scarse notizie che si sono succedute da quel lontano 2012 dove per opera della Protezione civile e di chi era a capo dell’Assessorato Regionale all’ambiente aveva provveduto a “Ripulire” in maniera tsunamica l’alveo del Rio delle Amazzoni, o scusate ho confuso il nome era quello della Val Rosandra, per ovviare ad eventuali e catastrofiche esondazioni,(a quanto mi risulta sono meno delle dita di una mano da tempi memorabili) ora come per miracolo sembra che nessuno sia colpevole e che tutto sia stato fatto a regola d’arte.

Quello francamente che non capisco e come mai dopo tutte le denunce ricevute allora da Enti preposti come il WWF e anche da esperti universitari sul danno arrecato da tale opera, adesso tutto sia finito nel nulla e le persone accusate allora, oltre a non aver subito nessuna sospensione da incarichi pubblici, siano state ritenute innocenti anzi a questo punto salvatrici del bene pubblico.

Secondo quello che ho visto io nei giorni successivi alla pulizia....ha destato in me un vero senso di desolazione e solo il ricordo dell’innumerevoli camminate fatte antecedentemente a quella distruzione, aveva alleviatoinme lasofferenza nel vedere parte di quel meraviglioso paradiso essere cambiata definitivamente.

La mia speranza adesso è che Madre Natura, come ha fatto tantissime volte, compia il miracolo di rimarginare questa ferite, ma quello che più mi rattrista adesso è il come potremmmo permetterci di criticare e di cercar di cambiare quella parte dell’ Italia, contenitrice delle innumerevoli discariche abusive e della cementificazione selvaggia, quando anche noi che dovremmo essere un esempio per gli altri non abbiamo saputo farlo in casa nostra.

Concludo nell’essere certo che chi ha formulato tale sentenza abbia avuto le possibilità di aver valutato appieno tutti gli aspetti del caso e che il verdetto d’assoluzione sia stato quello giusto.

Fabricci Paolo