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Sanità, primari triestini in trincea ….

E' arrivato il voto finale che ha trasformato in legge la riforma sanitaria delineata dalla giunta Serracchiani.

La riforma è passata con il sì della maggioranza che ha registrato un'unica presa di distanza: l'astensione del consigliere di Sel, Stefano Pustetto. Centrodestra in ordine sparso. Il Nuovo Centrodestra si è astenuto, prendendo così le distanze dagli alleati della coalizione. Addirittura tre posizioni diverse all'interno del gruppo della Lega Nord: Claudio Violino ha votato sì, l'ex capogruppo sulla strada dell'espulsione Mara Piccin si è astenuta mentre Barbara Zilli ha espresso voto contrario, come il Movimento 5 Stelle.

Per Giorgio Paladini, direttore dell'Ematologia dell'ospedale Maggiore, dei Dipartimenti di oncologia e di laboratorio dell'Azienda ospedaliera, la sanità territoriale comunque avrà più risorse, le risolverà nel buonistico "sociale", senza migliorare le cure, mentre l'ospedale con meno soldi perderà solo funzioni. In cauda venenum - chiude il medico -, non vorrei che essendo Trieste provincia piccola noi pur facendo tutti i "compiti a casa" ci ritroviamo poi una cattedrale a Udine, per concentrazione di soldi .

La sanità triestina, e non solo, si prepara a chiudere i bilanci 2014 con un "rosso" che storicamente mai s'era visto, diretta conseguenza di due fattori. Primo, il minor finanziamento assegnato dalla Regione di ben 100 milioni in totale sul territorio del Fvg, che ha significato meno 43 milioni per l'area vasta giuliano-isontina e nello specifico meno 14 milioni per gli ospedali, meno 14 milioni per l'Azienda sanitaria. Secondo, con l'assestamento di bilancio a luglio sono state assegnate risorse in più. Mai distribuite. I soldi sono stati accantonati e alle Aziende ospedaliere e sanitarie non è stato a oggi nemmeno comunicato quale sarà la somma

Per Emanuele Belgrano, direttore di Urologia, il consenso teorico all'impianto di legge sbiadisce di fronte alla «cosa che mi urla dentro e mi brucia - afferma -, e cioé che si parla sempre dell'eccellenza ospedaliera triestina dandola per scontata: qui da 5 anni si fanno zero investimenti sulla tecnologia, il 20% dei miei pazienti va in altre regioni per questo, dove trova la strumentazione, e magari non la stessa professionalità, e dunque torna da noi a farsi "aggiustare"...

Marco Confalonieri, direttore di Pneumologia I soldi risparmiati - è la punzecchiatura che si ripete - non vadano però a Udine, ma a investimenti per connettere il sistema ospedaliero coi tanti centri di ricerca. La specificità di Trieste va "stressata" in questo senso .

Roberta Balestra, direttrice del Dipartimento delle dipendenze dell'Azienda sanitaria L'unificazione ospedale-territorio «va bene - aggiunge Balestra -, purché si realizzi la redistribuzione di risorse a favore delle Aziende sanitarie, per prendere in carico il paziente "complesso", seguirlo a domicilio, con specialità ospedaliere che arrivano a tutti: si valorizzano competenze, si evitano duplicazioni».

«Non mi fermo». Maria Sandra Telesca «prende atto» della bocciatura dei dottori alla riforma della Sanità, ma non si volta indietro. «Non considero clamorosa la loro presa di posizione», La doccia gelata è un documento che porta la firma della Federazione regionale degli Ordini dei medici, chirurghi e odontoiatri di tutte e quattro le province del Fvg. Sono i dottori stavolta - dunque chi è ogni giorno in prima linea nelle corsie degli ospedali - a bocciare categoricamente la riforma della Sanità preparata dalla giunta . Ma il sindacato contesta anche il metodo o, meglio, la mancanza di un confronto con l'assessore. «Non vi è stata alcuna consultazione dei rappresentanti dei medici e dirigenti sanitari nella definizione della riforma - è la denuncia - e tutt'ora l'assessore non ha nemmeno reso noto quali professionisti siano stati scelti, e con quali criteri, per costituire i gruppi di lavoro ai quali la Regione afferma di essersi affidata». «È dal lavoro dei professionisti - conclude Stabile - e dal pieno coinvolgimento di questi, che si deve ripartire per costruire una riforma che, in questo difficile momento di crisi, tagli efficacemente gli sprechi e garantisca una valida assistenza ai cittadini». Telesca non si scompone più di tanto.

Claudio Visintin .


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