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"Istruzione in Distruzione" lo sfogo di un'insegnante sulla scuola del 2020

Cari colleghi insegnanti, cari studenti ex studenti e potenziali futuri , cari tutti/e, oggi è il 30 giugno dell’anno scolastico 2019-2020. Questa mattina si è svolto il collegio docenti online, causa situazione di emergenza sanitaria chiamata Covid-19. Per chi non è del mestiere non sa che questo appuntamento segna la fine dell’anno scolastico: a parte per chi ha esami di maturità, ma quest’anno, sempre causa covid, sono finiti prima, l’ultimo collegio docenti sancisce la parola “Fine”. E ovviamente si prendono le decisioni per l’inizio del prossimo anno scolastico. Quest’anno più incerto che mai. Si parla di didattica mista: un po' a distanza un po' online.

Si parla di distanza di un metro tra le bocche dei ragazzi, si parla di banchi più piccoli e con le ruote (e davvero non capisco: se le distanze devono aumentare, perché banchi più piccoli?). Si parla di PAI a settembre. PAI= Piano di Apprendimento Individualizzato. Vi ricordate gli esami a settembre? VI ricordate i corsi di recupero a luglio? Bene. Sempre per i non addetti ai lavori: i corsi di recupero a luglio venivano pagati 50 euro l’ora lorde. Tutti facevano la fila per accaparrarseli, perché sono l’unica cosa pagata degnamente nella scuola pubblica. Quest’anno, i corsi si svolgeranno a settembre, per recuperare le carenze dei programmi che causa covid non hanno potuto essere svolti, e, sento, saranno oggetto della didattica ordinaria. Cioè non pagati. Nessuno dice nulla. Lavoreremo di più gratis. E nessuno si ribella. Corsi di recupero svolti come ore di ordinaria amministrazione. E perfino i sindacalisti tacciono.

A un certo punto interviene una collega delle funzioni strumentali incaricata di redigere il famoso PTOF: Piano Triennale dell’Offerta Formativa e che si occupa del marketing. Cioè di fare pubblicità alla scuola, di fare capire cosa si studia in quella scuola e quali professioni potrai fare dopo. Dice che insieme a lei hanno lavorato le colleghe x,y,e z, e che tuttavia non hanno mai capito se sono state retribuite per queste loro ore di lavoro extra, e se si, quanto. Ma le frasi che mi hanno illuminato di più sulla questione insegnanti-denaro sono state queste: “per carità, non mi è mai interessato diventare ricca e di certo non diventerò ricca facendo questo lavoro, e l’avrei fatto anche gratis”. Ecco. E’ proprio questo il punto. Più della metà delle mie colleghe (principalmente donne ma non solo) LAVOREREBBE ANCHE GRATIS. Beh, care colleghe, vi faccio notare che lo state già facendo. Lo stipendio che riceviamo è di circa 1450 euro al mese: calcolati in base alle 18 ore a settimana in classe, per 4 settimane al mese, per un totale di circa 72 ore al mese, a 20 euro l’ora. Peccato che poi nel nostro contratto nazionale ci sono altre 40+40 ore, cioè altre 80 ore per quanto riguarda collegi docenti , consigli di classe, riunioni di dipartimento.

Scrutini esclusi: perché per quelli bisogna stare lì indipendentemente dalla durata. Io ho 9 classi, scrutini di un’ora e mezza per classe, più spesso due ore: sono altre 18 ore a giugno e 18 ore a febbraio, quindi altre 36 ore all’anno. Più la correzione delle verifiche: Vi faccio sempre il mio esempio: 9 classi, 2 voti a quadrimestre, quindi almeno 4 verifiche scritte all’anno. 9 classi per circa 20 alunni di media, significa 20 x 9 x 4 =720 verifiche all’anno. Io ho calcolato che se faccio una verifica solo di grammatica ci sto 15 minuti l’una, il che significa 1 ora per 4 verifiche. Quindi, in un anno 10.800 minuti, diviso 60= altre 180 ore. Ah ma voi siete prof di italiano avete meno classi? Certo, ma per correggere un tema ci mettete un’ora ben che vada, non 15 minuti. Ogni materia ha le sue peculiarità, solo i prof di religione, mi perdonino, non rientrano in questo conteggio, ma infatti loro sono pagati dalla chiesa.

E i prof di educazione fisica? Loro oltre ai pregiudizi della società intera si beccano anche l’odio dei colleghi. Più le ore per preparare le lezioni: in teoria un’ora per ogni ora di lezione, all’inizio della carriera ce ne metti anche due, poi puoi arrivare a mezz’ora, quindi in teoria altre 36 al mese. MA, e c’è un grande MA: dal 2010, per ogni alunno DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento (=dislessia/discalculia) o BES (Bisogni Educativi Speciali) devi preparare lezioni e verifiche personalizzate. Cioè almeno 10 minuti in più ogni volta, visto che il numero di questa tipologia di studenti è in aumento esponenziale. Forse che dal 2010 siano stati previsti dei compensi aggiuntivi per ogni studente DSA/BES? Figurarsi. Sempre tutto incluso, sempre tutto scontato. Sempre tutto gratis. Tralascio il tempo per parlare con gli studenti, nei corridoi o alla fine delle lezioni, il tempo per fare le fotocopie (quando non i soldi per fare le fotocopie: perché ormai anche per quelle molte colleghe si sono dotate di stampante cartucce e risme di carta) per analizzare i libri di testo nuovi che arrivano ogni anno, per redigere i verbali, per confrontarti con i colleghi.

E poi ci sono i colloqui con i genitori: quante ore all’anno? In teoria 3 a quadrimestre, quindi niente, e queste sarebbero effettivamente da aumentare, però in realtà ogni settimana devi stare a disposizione un’ora per eventuali genitori che non lavorano al mattino e che abbiano voglia di venire a parlare con te della situazione della loro figlia/o. Fare interrogazioni orali invece che verifiche scritte? Ma certo, con due ore di lezione a settimana come fai? Ti posso dedicare 2 minuti a testa: una domanda e a seconda di se rispondi/come rispondi ti giudico. Ah ma poi ci sono le ingiustizie. Certo che ci sono, ce ne sono eccome di ingiustizie: a monte, grandissime. Quindi, le ore di lavoro annue sono circa un migliaio, ma molto al ribasso, perché ho tralasciato molti “dettagli”. Noi insegnanti di ruolo prendiamo lo stipendio anche d’estate, e vi faccio notare che, sempre nel collegio docenti di quest’anno, la dirigente scolastica ha ribadito di non prendere ferie dopo il 20 di agosto perché ci sono gli esami di idoneità per gli studenti che hanno fatto richiesta di trasferimento da una scuola all’altra, e tutte le altre incombenze per il nuovo anno scolastico.

Di solito gli esami di maturità finsicono tra l’8 il 15 luglio, quindi, le vacanze estive non sono “tre mesi”, come tutti credono. Prossimo collegio docenti il 1 settembre, più inizio dei corsi di recupero e riunioni di dipartimento. Quindi, noi prendiamo un netto annuo di 17.400 euro+ tredicesima= 18.900 circa, arrotondiamo a 19.000 euro netti annui. Diviso le circa 1000 ore, quanto fa all’ora? 19,38 euro. Questo se lo dividiamo sui 12 mesi. Se invece lo dividiamo sui 10 mesi, come per tutti gli anni di precariato, lasciando da parte luglio e agosto, l’importo orario scende a 15.00 euro. Chiamate un idraulico: quanto vi chiede all’ora? Almeno 40 euro. Se è onesto. La mia estetista, per 10 minuti di lavoro, prende 30 euro. Una donna delle pulizie, senza laurea, senza master, senza abilitazione, senza dottorato, SENZA LE RESPONSABILITÀ CHE HA UN’INSEGNANTE, TRA CUI VORREI FAR NOTARE QUELLA PENALE NEI CONFRONTI DEI MINORENNI, prende 10 euro l’ora. Vorrei fare notare una cosa a quegli impiegati che mi diranno “eh di cosa vi lamentate io di ore ne faccio 40 a settimana”.

Certo, ma c’è un’enorme differenza che continua a sfuggire a tutti: insieme ai genitori, gli insegnanti hanno la responsabilità di educare e aiutare a crescere e formarsi le generazioni, hanno responsabilità penali già citata che continua a sfuggire a tutti, inoltre per fare l’impiegato il più delle volte non avete sacrificato gli anni migliori della vostra vita per passare esami all’università, non avete fatto fare sacrifici ai vostri genitori per permettervi di farvi studiare per l’abilitazione all’insegnamento o master o dottorati. Devo aggiungere altro? L’intensità delle ore di lezione, lo stress, la concentrazione al 100% per gestire tutte quegli adolescenti contemporaneamente, non equivalogono alle vostre ore, in cui, scusate, senza offesa, ma nelle 8 ore che state in ufficio fate le vostre telefonate, state su facebook, andate al bar a bervi il caffè, se dopo pranzo vi abbioccate sul computer non se ne accorge nessuno. La vostra produttività reale è di 4 ore al giorno. Voi dite che conoscete molti prof che invece stanno in classe senza far nulla? Qualcuno purtroppo ne conosco anch’io, sono quelli che, arrivati alle stesse considerazioni, o non hanno il coraggio o le competenze per cercarsi altro, o stanno troppo comodi. Di sicuro non hanno l’etica che servirebbe per fare questo lavoro.

Con loro, avete ragione di incavolarvi, ma vi prego prima di tutto di non fare di tutta l’erba un fascio, e in secondo luogo di guardare l’azienda in cui lavorate: non c’è forse un “fisiologico” 20% di dipendenti che non fanno niente e un altro 20% che fa il minimo indispensabile? Eppure tutti incavolati con i prof. Risolvetevi le vostre questioni irrisolte con l’autorità. Di bravi terapeuti ormai ce n’è tanti. Quindi, di cosa stiamo parlando??? E io mi faccio venire il cancro all’intestino per 19,38 euro l’ora? Quando tutte le spese attorno a me aumentano senza ritegno? Ma torniamo all’inizio del prossimo anno scolastico: nebulosissima la questione della didattica mista: alla domanda di una collega che chiede se il ministero ha dato disponibilità ad assumere più persone per far fronte alle turnazioni, c’è un’unica certezza: NO. NO, ma ogni istituto avrà ampia autonomia= arrangiatevi. Ci saranno degli studenti contagiati? Sarà colpa del dirigente che non ha creato le adeguate misure di sicurezza. Sarà colpa degli insegnanti che non hanno saputo farle rispettare. Anzi no, scusate: si troverà il modo di fare lavorare il doppio gli insegnanti. O di svalutarne ulteriormente il lavoro.

Avete presente le videolezioni online? Beh, l’ipotesi che è stata ventilata è che ci viene chiesto di registrare le lezioni in modo che la metà della classe che non è presente a scuola se le possa guardare a casa. E i diritti, i copyright delle videolezioni ? Ci metti la tua faccia e il tuo nome. Significa che le tue videolezioni con la tua faccia potranno essere passate di studente in studente, riviste quante volte si vuole, diffuse senza limiti. Qui faccio una piccola digressione: sapete che c’è chi mettendo online le proprie videolezioni ci guadagna vero? Studiando le varie possibilità per arricchirsi, ce n’è una che balza agli occhi: come ha fatto Zuckenberg a diventare miliardario per aver inventato una banalità come facebook? Dico banalità perché dal punto di vista della programmazione informatica la struttura di base non richiede certo stringhe di codice da premio Nobel. E la risposta è: la ricchezza viaggia in base a quante più persone riesci a contattare. E’ la legge del web: quanti più “click” riceve il tuo video, quanto più diventi famoso, quanto più le pubblicità ti pagano per essere presenti prima dei tuoi video. E tu diventi ricco. Comè possibile diventare ricco con una app gratuita come whatuspp o come uno di quei giochini a 0,99 centesimi? Perché ci sono migliaia di persone che lo scaricano. Volete un altro esempio più popolare? Perché i calciatori costano così tanto? Perché il calcio richiama milioni di mediocri (scusate, persone) agli schermi. Più sei visto, più vieni pagato.

Ora, seguendo questa legge economica, a questo punto, se una mia videolezione viene fatta girare a centinaia di ragazzi quest’anno e io non ho nessuna garanzia che poi non se la passino di anno in anno come i libri, a questo punto dovrei essere pagata per ogni volta che qualcuno si scarica la mia video lezione. Se si fa così, ci sto. Ma invece no. Ovviamente. Perché la faccia degli insegnanti non costa nulla. Anzi facciamo un po' leva sul narciso ferito, proprio perché nessuno li considera, ecco che possono avere il loro momento di gloria, questi insegnanti. Per cui videolezioni gratis per tutti. E anzi, vuoi vedere che siccome non dovremo farle in presenza prenderanno la scusa che “valgono di meno che le ore fatte in presenza” quindi ci faranno “recuperare” delle ore che non faremo in classe? La creatività per quanto riguarda la colpevolizzazione e il non riconoscere il valore della trasmissione di conoscenze, competenze, e quanto altro, non ha limiti, mentre di limiti ce ne sono tantissimi per quanto riguarda il mettere in atto un’ istruzione davvero efficace, sicura, e adeguatamente retribuita. Bsterebbe un’unica soluzione: classi da 12 massimo 15 studenti. E tutto filerebbe liscio e perfetto. Ovvio che bisognerebbe quasi raddoppiare il numero degli insegnanti. Come se non ce ne fossero. Come se non ci fossero migliaia e migliaia di precari che stanno già comunque lavorando e che stanno aspettando i famigerati concorsi. Ma no, perché “la coperta è corta”.

Ma è una menzogna a cui credete, miei cari colleghi: Solo per l’istruzione la coperta è corta, perché per tutto il resto i fondi non solo si trovano sempre, ma si sprecano pure: ol governo ha stanziato 13 miliardi e passa per degli aerei militari. 1 miliardo e mezzo per l’istruzione. So che tutti voi sapete, ma vorrei ribadire alcuni concetti che forse non vengono davvero presi sul serio, nella loro totale drammaticità, come ha ricordato anche Crozza in una delle sue ultime puntate: Fra i 37 stati OCSE (ma c’è ancora qualcuno di voi che sa cos’’è l’OCSE? Ve lo ricordo: è l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico che include non solo gli stati dell’Unione Europea ma anche molti altri tra cui gli Stati Uniti e il Giappone) l’Italia è all’ULTIMO (dico ULTIMO) posto per la spesa pubblica destinata all’istruzione. Dopo il Cile, la Polonia, L’Ungheria, la Colombia, la Slovacchia, l’Estonia….. ( e visto che sono a Trieste, sapete qual è l’unico EX stato membro dell’OCSE? Il Territorio libero di Trieste, uscito nel 1954 quando “ha cessato di esistere come entità territoriale indipendente”, dice Wikipedia) Abbiamo il più basso numero di laureati d’Europa. Abbiamo il più alto tasso di abbandono scolastico. Gli insegnanti italiani hanno lo stipendio più basso d’Europa. Le 41.000 scuole sono vecchie e ogni anno c’è qualche pezzo che crolla qua e là. Il risultato? Unico dato statistico che vi cito è che il 20% (cioè UNO SU CINQUE) dei giovani tra i 16 e i 29 anni hanno delle capacità di lettura minime.

Ma questo è solo un dato statistico. Quali sono le problematiche di ciò? Questa ignoranza ricade su tutti: le file in banca e in posta perché la gente NON CAPISCE ciò che gli viene spiegato, riunioni di condominio in cui c’è sempre qualcuno che NON CAPISCE il perché bisogna fare così invece che cosà, incidenti sul lavoro perché la gente NON CAPISCE i corsi sulla sicurezza, NON CAPISCE le istruzioni, NON CAPISCE. E il giornale più letto è la gazzetta dello sport. PUNTO. E poi pure votano. E chi volete che votino? Gli unici che riescono a capire: i politici più populisti e stupidi. La questione non è destra o sinistra: mi sembra evidente che siano conniventi da sempre, l’importante è non dare il potere al popolo, l’importante è fare in modo che il popolo sia sempre affamato così non ha tempo per agire per davvero ma solo per incazzarsi perché c’è chi prende 2000 0 euro al mese per sedersi su una poltrona in politica per qualche settimana. Ma torniamo a noi cari colleghi. Mi rendo conto che, chi sceglie di fare l’insegnante in Italia, è proprio uno sfigato. Idealista. Masochista. Sadico (che lo psicologo mi ha spiegato che le due cose sono le due facce della stessa medaglia) e ci sta: masochisti nei confronti del governo perché subiamo in silenzio umiliazioni e privazioni, sadici nei confronti degli studenti (non tutti per fortuna, ma molti si) su cui si riversano le frustrazioni. Noi che dovremmo insegnare ad essere adulti, siamo i primi a evitare di affrontare le nostre problematiche.

La verità? E’ che il denaro per gli insegnanti è tabù: non ci rispettiamo noi stessi in primis, perché spesso capitiamo per caso dietro una cattedra, e quindi non ci sentiamo in diritto di rivendicare di essere pagati per TUTTO il nostro lavoro, non ci sentiamo in diritto di rivendicare un aumento di stipendio perché non ci sentiamo competenti, perché nonostante gli anni di lauree e abilitazioni e concorsi e master e dottorati, si sentiamo sempre schiacciati dal senso di inadeguatezza e dalla pressione del giudizio sociale: “insegnanti fancazzisti con 3 mesi di vacanze all’anno” questo è ancora il pensiero più comune riguardo alla nostra professione. Che chiunque può diventare insegnante, che “chi sa fa chi non sa insegna” etcetc. Questo poteva essere vero fino alla fine del secolo scorso, e sempre con molte eccezioni. Negli anni 80 è vero che la categoria riceveva ancora dei riconoscimenti per cui si poteva godere il suo tempo libero. E soprattutto spesso erano figlie di famiglie agiate e benestanti, spesso donne che erano comunque sposate a professionisti con guadagni elevati, per cui non dovevano certo mantenersi da sole con il loro unico stipendio.

E noi che ci consoliamo con l’affetto degli studenti. Ci basta qualche parola a fine anno per scioglierci. Per raccontarcela e dirci “e va beh però è il mestiere più bello del mondo”. Forse. Ma è anche il mestiere che più di ogni altro ti spinge al burn out, perché se è vero che anche la classe medica ne è soggetta, i dottori hanno però un riconoscimento sia economico che sociale di tutt’altro tipo. E non è poco. Anzi, questo fa tutta la differenza. Perché se io domani 1 luglio avessi i soldi del dottore, prenoterei 2 settimane in Grecia, e tutto l’incazzo e il nervoso che mi è venuto anche solo ad ascoltare il collegio docenti, senza parlare degli ultimi scrutini o delle diatribe per l’assegnazione dei voti all’esame di maturità, mi passerebbe. E se non mi passasse dopo due settimane in Grecia potrei farne un’altra in giro per mostre e musei per l’Italia. E invece non ho i soldi per fare la spesa, per pagare le bollette, per pagare l’affitto, per pagare gli esami diagnostici di cui ho bisogno. E allora sapete cosa vi dico? Sarà anche il più bel mestiere del mondo, con rammarico dico addio a tutte le future classi e ai futuri potenziali studenti che mi avrebbero voluto bene, ma io così non ci sto più. Addio proffs. Io vado a cercarmi un altro lavoro.


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