Segnalazioni

Il profilo di un patriota dalmata, Lucio Toth

Lucio Toth, morto a Roma il 28 aprile 2017, è nato da una famiglia di origine spalatina e di tradizione irredentista  il 30 dicembre 1934 a Zara, capoluogo della Dalmazia che in seguito al Trattato di Rapallo del 1920 faceva parte del Regno d’Italia.
Durante la Seconda guerra mondiale devastata dai bombardamenti angloamericani e quindi occupata dall’esercito nazionalcomunista di Tito, Zara fu la prima città a sperimentare il terribile Esodo, tanto che l’unica città dalmata abitata in maniera nettamente prevalente da italiani vide rovesciarsi la composizione etnica a favore della componente croata. Anche la famiglia Toth seguì la fiumana degli esuli, giungendo infine a Roma.

L’amore di Lucio per la propria terra e per la sua storia emerse anche al culmine del suo percorso universitario presso la facoltà di giurisprudenza dell’Alma Mater Studiorum Università degli Studi di Bologna, allorché discusse con il professor Giovanni de Vergottini la sua Tesi di laurea in Storia del Diritto Italiano dedicata ai rapporti dei Comuni della Dalmazia medioevale con il resto d’Italia, evidenziando quindi le affinità giuridiche e statutarie grazie alle quali si manifestava l’appartenenza dell’Adriatico orientale all’ecumene culturale italico.

Intraprese nel 1963 una brillante carriera di Magistrato (conclusasi addirittura in Cassazione), impegnandosi contestualmente nell’attivismo cattolico e nell’associazionismo degli esuli istriani, fiumani e dalmati: sbocco prestigioso di queste due sue passioni furono l’elezione al Senato della Repubblica nelle liste della Democrazia Cristiana a Napoli nel 1987 e quindi la presidenza dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, la più rappresentativa e antica sigla della diaspora adriatica, seguita dalla presidenza della Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati.

Eletto dal congresso nazionale di Muggia (TS) nel 1992, Toth guidò l’Anvgd fino alle dimissioni nel 2012, attraversando perciò anni di grandi trasformazioni geopolitiche nelle terre dell’Adriatico orientale sconvolte dalla dissoluzione della Jugoslavia. Autorevole interlocutore per le istituzioni italiane, alle quali sottoponeva assiduamente le questioni ancora aperte legate al confine orientale italiano, comprese parimenti la necessità di riaprire il dialogo con i “rimasti”, in  nome della comune matrice italiana e con l’auspicio di salvaguardare la peculiare italianità istriano-quarnerino-dalmata come prezioso patrimonio di un’Europa unita e pacifica. Cattolico di matrice liberale, patriota e parimenti europeista, era, infatti, consapevole di come la sua terra d’origine sia storicamente stata un luogo di contatto fra popoli e culture e di come la dimensione europea rappresentasse la cornice nella quale stemperare gli eccessi cagionati dagli opposti nazionalismi.

Seppe così meritarsi la stima ed il rispetto dei suoi interlocutori, i quali compresero la profondità del legame che manteneva con le sue terre d’origine ed apprezzarono il prezioso impegno profuso da questa figura di intellettuale europeo per ricostruire la storia ed il futuro dell’Adriatico orientale.

Membro della Commissione storico-culturale italo-slovena che fra il 1993 ed il 2000 elaborò un documento comune sulle relazioni italo-slovene dal 1880 al 1956, preparato e convinto della bontà della causa giuliano-dalmata, Toth seppe lavorare con le istituzioni in maniera tale da creare i presupposti per l’assegnazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare al gonfalone della Città di Zara (benché non sia stata ancora apposta) e affinché la Legge istitutiva del Giorno del Ricordo fosse patrimonio condiviso della comunità nazionale. Il dibattito, moderato dai direttori de “Il Piccolo” e del “Primorski dnevnik”, che intrattenne ad aprile 2009 con il Senatore Miloš Budin, autorevole esponente della comunità slovena in Italia, fu invece propedeutico per lo storico Concerto dei Tre Presidenti in Piazza Unità d’Italia a Trieste nel luglio dell’anno seguente.

L’amore per la propria terra e la passione per lo studio della storia condussero Toth a scrivere due romanzi: “La casa di calle San Zorzi” (2008), dedicato alle vicende dalmate del Novecento, e “Spiridione Lascarich, Alfiere della Serenissima” (2011), in cui raccontò le guerre dei dalmati e di Venezia contro l’avanzata ottomana nei Balcani durante il XVII secolo. Autore inoltre di saggi di carattere storico e giuridico (coautore in particolare di un commento al Codice penale), con il suo ultimo libro “Storia di Zara. Dalle origini ai giorni nostri” (2016) volle tributare l’estremo atto di amore per la sua Dalmazia.

Davide Rossi – Lorenzo Salimbeni


Si parla di