Segnalazioni

Esuli ingrati: casta privilegiata per nulla riconoscente

Questa volta devo plaudire alla presa di posizione del sindaco Cosolini contro il netto diniego degli esuli, diniego che era da aspettarselo visto che parliamo di istriani, di lasciare alla citta' di Trieste tutti o parte dei 90 milioni ufficialmente spettanti a loro dal trattato di Osimo. Certo e' che i denari aspettano a loro per diritto, ma ci si sarebbe aspettati da questi galatuomini un gesto di riconoscenza verso la citta' martire Trieste che a proprie spese li ha accolti come figli, mentre nel resto di Italia vennero osteggiati e maltrattati e rinchiusi in una specie di lager come avvenne nel nord della Sardegna a Fertiglia.

Si, a Genova li gettarono in mare perchè avrebbero portato via il lavoro ai portuali di quella citta'. Altrettanto avvene in Puglia. A Fertiglia ebbi modo di visitare quel campo nel 1978 e mi parve di entrare a Dachau. Rete perimetrale alta oltre 3 metri con reticolato in cima, dopo ingresso, in rete e con tanto di palo orizzontale. Non si capiva bene se non volevano che scappassero o che altro. Ma a Trieste le cose andarono ben diversamente per loro. 45.000 Triestini se ne andarono in Australia. Furono obbligati a lasciare la citta' perche' una volta che gli Alleati uscirono da Trieste mancò il lavoro. Intanto la mammina Italia pontificava di guerra fredda e di propaganda anti comunista e anti titina fomentando e favorendo l' esodo con promesse mai mantenute.

A Trieste va ricordato che il sindaco era istriano ed il vescovo pure ed assieme fecero di tutto e di piu' solo a verso unico a favore degli esuli dimenticandosi bellamente dei triestini senza lavoro che dovevano lasciare la loro città natale. Gli esuli dopo un periodo di sistemazioni precarie tra baracche e silos ottennero i loro borghi con soldi dello Stato, cioè nostri ,Abitazioni poi riscattate a prezzi irrisori rispetto a quelli di mercato.. Lo stato fece loro un altro favorone: dando loro un punteggio di favore per poter superare le graduatorie dei triestini ed essere assunti nel settore pubblico e del para stato, banche di interesse nazionale incluse. Questo punteggio di favore continuò con i figli degli esuli, c'era infatti la qualifica di "figlio di esule" che continua tutt' oggi con i nipoti di esuli.

Sembra trattarsi di un diritto ereditario. Ad esempio nella scuola questi passano avanti agli altri che hanno piu' punteggio e titoli e diventano di ruolo molto prima degli insegnanti e del personale "normale".Infine ci fu la legge 336 di Andreotti che regalò agli esuli 7 anni di pre pensionamento ed ai figli esuli orfani di guerra ben 10 anni se dipendenti del settore pubblico. Ancor oggi al momento del pensionamento il personale dell' INPS chiede se si ha la qualifica di esule, perche' in tal caso c'era una aggiunta di Lit. 30.000 al mese e questo beneficio extra contrbvutivo continua ancora in E. 30.=.

Alla luce di questi trattamenti di favore ricevuti in questa città sempre dimenticata dalla madre Italia se non che per esser depredata dei suoi potenziali produttivi, gli esuli ora dimostrano memoria corta e non ritengono necessario, ne' utile, ne' obbligatorio lasciare almeno un gesto di riconoscenza e/o di fratellanza con una città che tutto e di piu' ha dato loro anche a scapito dei propri figli.

Proprio di una bella riconoscenza si tratta. Quasi, quasi, verrebbe da dire che il famoso ridicolizzato terzo mistero di Fatima non riguardi gli slavi ma bensi' gli esuli.


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