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Tram di Opicina, Salvati (Pd): «"Crisi del tram" opportunità da cogliere al volo»

«Le oltre 16.000 firme raccolte sino ad oggi per il riavvio della corsa Trieste-Opicina, anche da parte di non residenti, e il fatto che del tram se ne sia occupato anche una rivista tedesca testimoniano l’importanza di uno dei maggiori simboli della città»

«Sarebbe troppo facile addossare al Comune di Trieste tutta la responsabilità degli impedimenti tecnici, burocratici ed economici per il riavvio del tram dopo l’incidente dell’agosto 2016. Tuttavia alcuni comportamenti irresponsabili e non di poco conto ci sono stati. Il Sindaco Dipiazza si è permesso di chiedere licenziamenti (quando sa bene che non è responsabilità del socio valutare l'operato dei dirigenti). Ha poi affermato di volere delle risposte altrimenti sarebbe andato in Procura. Ritengo che se fosse stato a conoscenza di possibili ipotesi di reato sarebbe dovuto andare in Procura da subito e non solo fare rumore, cosa che gli riesce molto bene». Ha dichiarato Luca Salvati, capogruppo della sesta circoscrizione del Partito democratico.

«Le oltre 16.000 firme raccolte–continua il capogruppo– sino ad oggi per il riavvio della corsa Trieste-Opicina, anche da parte di non residenti, e il fatto che del tram se ne sia occupato anche una rivista tedesca testimoniano l’importanza di uno dei maggiori simboli della città. Non sono pochi, infatti, i turisti che una volta giunti a Trieste chiedono informazioni riguardo le corse del tram di Opicina e scoprono, con grande disappunto, che il servizio è sospeso. Per chi viene da fuori, il tram è una delle maggiori attrazioni e, per capire ciò, non dovrebbero servire le denunce da parte degli albergatori della nostra città. Il danno di immagine che Trieste sta subendo non è di poco valore. Inoltre, dato che il tema è all’esame degli enti preposti, sarebbe interessante riconsiderare la corsa dello stesso sia attraverso l’altopiano, per arrivare fino a Sezana, che la sua partenza da Piazza Oberdan».

«Personalmente sono d’accordo con l’idea di Franco Napp, amministratore delegato di Trieste Terminal Passegeri, di collocare il capolinea presso le Rive, facendo sì che il tram transiti sul lungomare, come accadeva con i tram urbani di un tempo. In questa maniera sarebbe possibile, da parte delle compagnie navali, stringere un accordo con chi gestisce la trenovia, assicurando un numero minimo di passeggeri, che una volta sbarcati usufruirebbero del servizio. Ecco perché Comune e Trieste Trasporti devono cogliere al volo questa “crisi del tram” per farlo ripartire, migliorando il servizio e non dimenticandosi che quello su rotaia è un modo di viaggiare pulito e rispettoso dell’ambiente» conclude Salvati.