Politica

Riduzione Numero Consiglieri in Regione. I primi Problemi

Sono due i principali problemi che potrebbero insorgere nella prossima legislatura e che potrebbero in qualche modo avere degli effetti sull'organizzazione del Consiglio regionale: i limiti all'assegnazione dei consiglieri ai vari organismi...

Sono due i principali problemi che potrebbero insorgere nella prossima legislatura e che potrebbero in qualche modo avere degli effetti sull'organizzazione del Consiglio regionale: i limiti all'assegnazione dei consiglieri ai vari organismi (articolo 44 del Regolamento interno) e la composizione dei Gruppi consiliari (articolo 10).
Entrambi derivano dal fatto che oggi la geometria del Consiglio regionale è improntata al bipolarismo, mentre nuovi scenari potrebbero prefigurare una consistente frammentazione.

È di questo che si è parlato in Giunta per il Regolamento del Consiglio regionale, un mero approfondimento che non ha portato ad alcuna formulazione concreta.

Una serie di valutazioni che, solo se venissero raccolte in forma di emendamento da qualche consigliere, potrebbero portare a una nuova convocazione della Giunta per il Regolamento per poi, eventualmente, approdare nell'Aula consiliare.

Oggi, ciascun consigliere non può essere assegnato a più di tre fra i seguenti organi consiliari: Giunta per il Regolamento, Giunta per le nomine, Commissioni permanenti, Comitato di controllo, Commissioni speciali.

Il nuovo Consiglio regionale vedrà una riduzione di 10 consiglieri.

Se a ciò si aggiungeranno quelli che, consiglieri in carica, verranno chiamati a far parte della Giunta, ecco che il numero di quelli che rimarranno sarà molto ridotto. Quindi le soluzioni potrebbero essere due: eliminate il limite previsto dall'articolo 44 o ridurre il numero delle Commissioni.

L'altro problema riguarda l'articolo 10, la composizione dei Gruppi consiliari: non possono essere formati da meno di 3 consiglieri.

In caso di eccessiva frammentazione, potrebbero sedere nel prossimo Consiglio regionale diversi consiglieri singoli, o al massimo due, rappresentativi di determinate forze politiche.

Finirebbero tutti in Gruppo Misto, che rischierebbe così non solo di avere un numero consistente di componenti, ma anche una composizione eterogenea, con consiglieri di maggioranza e di opposizione al suo interno.

Quando viene espresso il voto ponderale, per esempio nella Conferenza dei presidenti dei Gruppi, il capogruppo del Gruppo Misto porterebbe un pacchetto di voti che potrebbe spostare totalmente gli equilibri nelle decisioni che vengono prese a maggioranza, voti indistinti anche se ben identificabili al suo interno.

Dal momento che maggioranza e opposizione probabilmente non avranno nel prossimo Consiglio regionale una forbice ampia, ecco che questo meccanismo potrebbe creare situazioni di difficoltà.

Come si diceva in premessa, la Giunta per il Regolamento si è limitata ad approfondire le due questioni alle quali, essendo piuttosto delicate e rilevanti, era impossibile fornire risposte certe e formulare soluzioni immediate.