Politica

Forza Nuova torna in piazza a Trieste contro l'immigrazione

Lo rende noto in una nota la federazione triestina di Forza Nuova: «Forza Nuova torna in piazza a Trieste, sabato dalle ore 10.30 in Via Delle Torri. Il tema dal movimento, riguarderà il rapporto tra immigrazione e disoccupazione»

«Dopo i volantinaggi e le raccolta firma sul tema del Gender, Forza Nuova torna in piazza a Trieste, sabato dalle ore 10.30 in Via Delle Torri. Questa volta, il tema dal movimento, riguarderà il rapporto tra l'immigrazione e la disoccupazione: "Forza Nuova continuerà a denunciare l'assurdo operato politico nei confronti dell'immigrazione in un periodo storico che evidenzia la peggior crisi degli ultimi 40 anni». Lo rende noto in una nota la federazione triestina di Forza Nuova.

«E' quanto dichiara Daniele Kirchmayer, responsabile triestino di Forza Nuova - continua la nota - , che prosegue: "Dati ufficiali, probabilmente anche riduttivi, parlano del 13% di disoccupazione, di cui il 45% è giovanile. Sempre più laureati e qualificati lasciano l’Italia per andare all'estero, e vengono sostituiti da disperati che scappano da regioni sconvolte dalla guerra. Chiediamo la tutela dei triestini e degli italiani sul fronte dell'impiego, dell'assistenza, degli asili nido, delle case popolari e di tutto quello stato sociale che oramai non esiste più».

«La semplice e logica soluzione - spiega la nota -  è quella di organizzare la temporanea permanenza in paesi vicini ai conflitti, da cui queste persone sono costrette a fuggire, invece di metterle nella condizione di rischiare la vita, e di trovare a volte la morte attraversando tutto il Mediterraneo. Non è questo il modo giusto per aiutarli».

«Secondo Forza Nuova - conclude la nota - l'immigrazione di massa è per la politica oggi, un mezzo per svecchiare la nazione: "Anziché attuare politiche demografiche sensate" conclude Kirchmayer, "il governo e la regione, finanziano progetti (e tutti sappiamo per chi questo è business) per l'accoglienza di migranti, contribuendo di fatto, ad un lento, ma non troppo, processo di sostituzione etnica. Se non si cambia la politica estera, con interventi di aiuto sopratutto in Africa e Medio Oriente, l'Europa è destinata ad un declino non troppo differente da quelli che han segnato la fine delle grandi civiltà del passato».


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