Emergenza profughi, Rovis (Tp) chiede che la nuova convenzione abbia un tetto massimo
Il capogruppo di Trieste Popolare: «Le convenzioni che scadono a fine anno hanno la dicitura "nel limite dei posti disponibili". Si sostituisca il vago concetto di "limite dei posti disponibili" con un numero preciso. Oltre al quale non si va»
«Come commisurare l'accoglienza secondo la capacità di praticarla in modo dignitoso e senza problemi sociali?» Se l'è chiesto il cosnigliere e capogruppo di Trieste Popolare Paolo Rovis che ha poi precisato: «A Trieste viene ospitato un numero di richiedenti asilo doppio rispetto alla soglia ritenuta da tutti praticabile senza problemi. Sono 871, dovrebbero essere circa 400. Vengono gestiti dal Comune, attraverso una convenzione stipulata con la Prefettura. Il Comune, a sua volta, stipula analoghe convenzioni con le associazioni che materialmente forniscono i servizi di accoglienza (nel nostro caso Ics e Caritas)».
«Quanti richiedenti asilo è previsto vengano gestiti attraverso le citate convenzioni? La dicitura è: "nel limite dei posti disponibili" - spiega Rovis -. Disponibili dove? Come? Quanti? Gli atti non lo specificano».
«Inoltre, con tutta probabilità, si interromperebbe il tam-tam attraverso il quale chi fruisce dell'accoglienza "triestina" segnala ad altri richiedenti asilo di raggiungerli, data la qualità dei servizi resi (casi Silos e Rio Primario a parte, ovviamente). Il messaggio, anche mediatico, sarebbe: "non venite, qui siamo saturi e vi manderebbero altrove". Quella proposta oggi è una misura fattibile subito, con efficacia già a partire dal 1 gennaio. Molto più concreta, precisa e rigorosa di continui e spesso inutili appelli a Governo e Regione - conclude Paolo Rovis -. Sarebbe uno strumento con valore giuridico attraverso il quale riportare la situazione alla normalità».
Qui sotto il testo della mozione urgente presentata ieri mattina.