Enti locali: Fedriga, con Uti 11 mln euro in più di personale
Regione più leggera con riforma, aree vaste a elezione diretta
Pordenone, 23 ott - "L'introduzione delle Uti ha portato un
aumento di 11 milioni di euro per spese sul personale, un
incremento del 24% del personale regionale, che conta circa 1000
dipendenti in più, e uno svilimento delle professionalità di
coloro che erano impiegati nelle Province".
È il giudizio del governatore del Friuli Venezia Giulia,
Massimiliano Fedriga, intervenuto a Pordenone a un dibattito,
promosso dall'associazione Norberto Bobbio, con l'ex senatore
Lodovico Sonego sulla riforma degli enti locali.
Sul tavolo la futura riforma dell'amministrazione locale sulla
quale "non c'è ancora la ricetta risolutiva", ma si è aperto un
confronto, poiché, nella convinzione del governatore "le grandi
riforme hanno successo solo se c'è la condivisione dei cittadini
e dei portatori di interesse in quanto sarebbe un errore dare un
colore politico a una riforma così importante che - ha
evidenziato - deve essere la riforma del Friuli Venezia Giulia e
non di un partito".
Fedriga ha comunque fissato alcuni punti fermi della riforma: il
ritorno a un livello di area vasta a elezione diretta, in cui vi
sia la valorizzazione delle professionalità delle ex Province, la
competenza nella gestione delle strade, dell'edilizia scolastica
e dei medi e piccoli eventi, lasciando alla Regione una funzione
leggera di programmazione e indirizzo.
Aree vaste che, secondo Fedriga, "potrebbero essere di supporto
volontario ai Comuni" e i cui confini territoriali "devono essere
scelti dai territori stessi, non dalla Giunta regionale senza
condivisione dal basso".
Centrale, inoltre, il tema delle compartecipazioni dal momento
che "la Regione prima con il patto Tondo-Tremonti e poi con il
Padoan-Serracchiani, nel 2018 dovrà versare a Roma 850 milioni,
su un bilancio di 4,5 miliardi" ha spiegato Fedriga, considerando
questo rapporto "insostenibile e da ricontrattare in accordo con
la Regione stessa".
Quanto alle competenze, la Regione ha come primo obiettivo
l'autonomia della direzione scolastica regionale, mentre "resta
aperta la riflessione sull'opportunità di farsi carico di tutta
la competenza di un settore che pesa per quasi 1 miliardo di
euro".
ARC/SSA/fc