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«Salviamo la nostra amata Unione», domenica manifestazione della Curva Furlan

«Davanti a questo mare che ha visto Trieste, attraverso le epoche, combattere per la propria identità, senza mai cedere, davanti a chi, tentava di trasformarla, carpendone l'anima, ci siamo identificati in tutto questo, assumendoci la responsabilità di continuare sulla strada intrapresa dai nostri padri, giurando fedeltà al simbolo dell'alabarda come chi ci ha preceduto ha fatto sul tricolore. Il mondo ci conosce come il popolo che non ha mai abbassato la testa davanti a chi non ci voleva italiani, soffrendo e perseverando, nella difesa della propria identita'; il mondo ci conosce come la gente che ha difeso le proprie strade dallo straniero invasore, disposti al supremo sacrificio, di fiero coraggio scolpito». 

Lo rileva in una nota la Curva Furlan.

«Allora - continua la nota -  in nome di un'identità da difendere, oggi in nome di un simbolo da proteggere, ci troviamo in analoghe circostanze; la storia secolare che ha contraddistinto questa terra si ripete, sempre, come amaro destino… il nostro. Anche oggi uno straniero calpesta questo suolo violentandolo senza rispetto, anche oggi al triestino viene chiesto un sacrificio che va onorato perché rispettata va la nostra storia e chi prima di noi ha combattuto. Altri stranieri si profilano all'orizzonte ed il futuro è sempre meno roseo. La Triestina è Trieste, la sua storia, le pagine della sua cultura, il sangue dei suoi figli, tanto quanto lo era la patria per i nostri avi, perchè Triestina è patria per noi, l'Alabarda come il tricolore, la nostra rivendicazione identitaria. In una città che dorme perdendo lentamente pezzi della sua anima, che si fa rubare, senza reagire, il cuore pulsante della sua tradizione, la biancorossa Triestina che ha esaltato questa città lasciando il segno nella storia del calcio italiano ma soprattutto promosso la triestinita' come valore assoluto, rispettato ovunque. 

«Ora - ancora -  è il momento di marciare nuovamente sulle nostre strade come nuovi difensori dall'invasione di briganti senza scrupoli pronti a calpestare l'alabarda e quindi l'identità stessa di questa citta. Un nuovo grande corteo viene organizzato dalla Curva Furlan come segnale inequivocabile di lotta, senza esclusione di colpi, in difesa di ciò che e' nostro, della nostra patria. Questa volta abbiamo l'occasione di dimostrare qualcosa di forte attraverso una massiccia presenza, popolare ed identitaria che va oltre la fede calcistica o l'amore per i colori dell'alabarda, diventando difesa della propria citta', della triestinita' intesa come la nostra storia: non doveva passare lo straniero un tempo e non deve passare il forestiero truffatore oggi».

«Si richiama - concludono gli ultras -  quindi la triestinità d'ognuno di noi, il vecchio spirito mai sopito che ci ha fatto vincere ed oggi essere fieramente italiani; si chiede al triestino la presenza domenica al di là di passione calcistica o militanza ultras proprio come cittadini che non voltano la testa dall'altra parte quando una parte dell'anima di questa citta' viene defraudata, rischiando di sparire, se scompare la Triestina se ne va un pezzo di Trieste, una parte di noi, ciò che ha entusiasmato in nostri nonni prima e i nostri padri poi. Le radici vanno difese, sempre, la sacralità' della tradizione è per noi cosa imprescindibile. Forza triestino, non dormire ancora ed unisciti alla grande marcia per la difesa dell'identità, per la salvaguardia del bene comune di questa citta'! Nessuno si muove, l'Alabarda è stata abbandonata ai bordi della strada e dimenticata come un vecchio mobile da buttare, da istituzioni distratte e cittadini poco combattivi. Spezza queste catene e fallo con noi, fianco a fianco, nelle schiere di questo corteo che pianterà la nostra bandiera nell'asfalto di queste strade. Domenica 29 novembre ritrovo ore 13.30 sotto la targa dedicata a Stefano Furlan in via Valmaura, portati una sciarpa e una bandiera rossoalabardata».


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