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Politeama Rossetti: Luigi Lo Cascio in scena con l'Otello

Con Otello di Luigi Lo Cascio la Stagione Prosa del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia raggiunge un altro momento di grande rilievo: lo spettacolo – tratto liberamente dal capolavoro shakespeariano – replica alla Sala Assicurazioni da mercoledì 11 a domenica 15 febbraio.

Luigi Lo Cascio nel mondo del teatro, ha meritato il Premio UBU, al cinema e alla televisione è stato straordinario interprete di film di spessore (I cento passi, La meglio gioventù, Luce dei miei occhi e il recentissimo Il nome del figlio…), ma non è solo un eccellente attore. È il suo modo di leggere la realtà, di affrontare un testo, di scegliere una particolare ottica da cui osservare che di lui conquista, ed il coraggio di porsi davanti a sfide intellettuali sempre interessanti.
Una di esse è certo questo atteso Otello, non una lettura “canonica” del classico, ma di sicuro profondamente affascinante. 

Dello spettacolo Lo Cascio è regista e interprete (si riserva il personaggio di Iago, mentre il ruolo del titolo è di Vincenzo Pirrotta) e sceglie di asciugarlo decisamente, riducendolo a quattro fondamentali personaggi. Lo accende di coloriture dialettali (agli uomini il siciliano, contro cui si infrange la nitida poesia di Desdemona), lo illumina di tagli attraverso cui è impossibile non ravvedere l’universalità del messaggio shakespeariano… 

Ogni passo, ogni scelta nella sua messinscena è frutto di un pensiero che è anticipato nelle sue note di regia, dove spiega: «A partire dall’Otello di Shakespeare, un altro Otello. Mettere in scena l’intero testo e per di più nella versione compiuta e statuaria dell’originale, appare impresa fuori misura. Così il regista, insieme per prudenza e devozione nei confronti del modello, ha cercato di cavarne un soggetto, ortodosso il più possibile quanto ai debiti (gli spunti narrativi per lo più) e ai rimandi alla fonte, ma intraprendente, sempre scontando i limiti delle forze a disposizione, nella ricerca di una via, foss’anche un vicolo (magari non proprio concluso), da aggiungere alla mappa topografica sterminata della città infinita che raccoglie le varianti, le trasposizioni, i calchi di questa tragedia candidamente misteriosa.       

Fortunatamente, il fatto che l’opera di Shakespeare, pur coinvolgendo lo spazio pubblico, rapidamente converga e punti dritto al cuore di un dramma fortemente individuale, sembra autorizzare un lavoro di concentrazione e restrizione del campo d’azione. Si metteranno a fuoco soltanto alcune parti del testo di partenza, quelle che obbligano a confrontarsi con l’enigma di certe passioni umane. Saltando i preamboli e l’osservanza stretta della trama di una storia universalmente conosciuta, si osserveranno da vicino i dubbi, le contraddizioni, le debolezze dei personaggi, la loro straziante lontananza, la loro effettiva solitudine, colta solo adesso, con sguardo retrospettivo (purtroppo non profetico, troppo tardi ormai…), in quegli esordi così dolci, quando sembravano trionfare la febbre e l’entusiasmo dei primi abbracci, delle prime confidenze, dei primi sottili e garbati tremori. Aldilà del tiro infame che l’onesto Iago gioca ad Otello, è solo una serie di parvenze e malintesi il nostro universo di relazioni? Davvero anche l’amore è puro abbaglio? È forse connaturato alle passioni più travolgenti il fatto di racchiudere, nel loro cuore più intimo e sconosciuto, una luce sinistra, lama affilata che ustiona gli occhi e acceca la mente consegnandola prima al tumulto, poi al furore?»

Attraverso l’uso dei versi e con una scrittura in cui la lingua italiana e quella siciliana si fronteggiano a colpi di endecasillabi, il plot si presenta modificato già nella sequenza temporale. Racconta ancora Luigi Lo Cascio: «Si comincia dalla fine del testo di Shakespeare. La tragedia di Otello è già compiuta. La prima preoccupazione di chi resta è giustiziare Iago. Per mezzo di atroci torture si vuole penetrare il mistero dell’evidente sproporzione tra il suo risentimento per Otello e la catastrofe che ha voluto innescare. Un soldato che ha assistito agli avvenimenti, non sopportando le distorsioni e i travisamenti con cui la vicenda rischia di venire tramandata, racconta la storia del suo amato generale, praticando alcune infrazioni alla realtà in nome di una verità più radicale. Nella sua versione, la storia di Otello è la storia di un uomo. E ciò che lo conduce al compimento del suo atto scellerato non è chiaramente dovuto alle implicazioni che derivano dal colore nero della pelle. Ma da quella differenza fondamentale che talvolta, invece di generare un incontro tutto da costruire in virtù del desiderio, può spalancare un varco da cui può irrompere un odio smisurato. Questa differenza è quella tra uomo e donna».

Otello di Luigi Lo Cascio è liberamente ispirato all’Otello di William Shakespeare La regia è di Luigi Lo Cascio, le scene, i costumi e le animazioni sono firmate da Nicola Console e Alice Mangano, mentre le musiche sono di Andrea Rocca, Pasquale Mari ha ideato le luci.
Vincenzo Pirrotta è Otello, Luigi Lo Cascio interpreta Iago, Valentina Cenni è Desdemona e Giovanni Calcagno è il soldato.
Lo spettacolo è prodotto dal Teatro Stabile di Catania ed Emilia Romagna Teatro Fondazione.

Otello va in scena al Politeama Rossetti da mercoledì 11 a sabato 14 febbraio alle ore 20.30 e domenica 15 febbraio in pomeridiana alle ore 16.

Giovedì 12 febbraio, alle ore 18 alla Sala Bartoli si terrà la conversazione L’Otello di William  Shakespeare e la riscrittura di Luigi Lo Cascio a cura del direttore della British School del Friuli Venezia Giulia. Sarà presente Luigi Lo Cascio. L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

I biglietti si possono acquistare presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, ed i consueti circuiti e accedendo attraverso il sito www.ilrossetti.it all’acquisto on line.
Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.


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