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Al Miela "Il paese che non c’è", la storia complessa e drammatica del popolo curdo

Giovedì 17 ottobre ore 19.30 presso il Teatro Miela S/paesati- eventi sul tema dell’immigrazione la seconda giornata dedicata al popolo curdo che proprio in questi giorni sta subendo l’attacco in Siria da parte delle forze militari turche.
“Il paese che non c’è” di e con Gianluigi Gherzi e Fabrizio Saccomanno, (produzione Ura Teatro) è uno spettacolo che racconta la storia complessa e drammatica del popolo curdo nel quadro più ampio del territorio in cui è diviso.
È la storia mitica di un popolo, della resistenza sulle montagne e in mezzo ai deserti. È testimonianza della battaglia che ovunque lo ha visto in prima fila contro la ferocia delle milizie fondamentaliste e del fascismo islamico. È cronaca pulsante, presente, che irrompe sulla scena con le sue notizie, con l’insopprimibile urgenza di essere raccontata. Perché c’è bisogno di reagire, anche qui, anche da noi.
IL PAESE CHE NON C’È vuole fare, del presente, uno straordinario territorio di racconto e di azione teatrale.
Gianluigi Gherzi e Fabrizio Saccomanno ci rivelano “Abbiamo incontrato il “paese che non c’è”. Abbiamo incontrato un popolo, quello curdo, che ha ricominciato a sognare. Sogna di poter essere popolo, senza diventare stato. Di poter vivere in una terra di pace. Dove la diversità delle religioni, delle etnie, non provochi massacri. Dove la gente possa decidere del proprio destino, autogovernandosi. Dove le donne possano uscire dalle proprie case, scoprendo finalmente il volto e prendendo la parola.
Abbiamo sentito quella loro storia come una storia che parla a noi. È possibile un altro respiro? Un altro sentimento del vivere? Della lotta, della battaglia, dell’amore, dell’incontro con il mondo? Abbiamo infine seguito le storie di quel popolo da noi, in Italia. Quando gli uomini di quel popolo, su un barcone o via terra, in fuga dalle guerre, dalle prigioni, dalle persecuzioni politiche, arrivano sulle nostre coste e nelle nostre città. Qual è il nostro sguardo? Cosa significa per noi la loro presenza?”.
Ricordiamo che la mostra Imaginary Mountains, è visitabile fino al 27 ottobre negli orari di apertura del teatro .
Imaginary Mountains è una riflessione sull’identità curda in Iraq, Iran, Siria e Turchia. Linda Dorigo ha costruito un racconto lontano dagli stereotipi, partendo da una base di dialogo comune: la montagna. Nata e cresciuta in una regione alpina, Linda ha coinvolto in maniera partecipativa le comunità che hanno realizzato disegni e mappe, scritto poesie, donato fotografie.
organizzazione: Bonawentura


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