Eventi

Le vie delle foto, inaugurazioni: appuntamento con Claudia Bouvier e Paola Pensante

Anche oggi, 7 aprile, vi aspettano due appuntamenti con Le vie delle Foto! Vi ricordiamo inoltre il tour di domani mattina è offerto da Primo Aroma e partirà alle 10.00 da Largo Barriera Vecchia davanti alla macchina di Autoscuole Bizjak.  https://www.leviedellefoto.it/2017/04/05/i-tour-di-sabato-8-aprile/

Le inaugurazioni:

Alle 18:30 da Espressamente Illy, inaugura Claudia Bouvier con "Perdersi...per ritrovarsi":

Questa è la storia di una piccola Sognatrice e del suo viaggio, cominciato molti anni fa, in un luogo dove il cielo all’orizzonte si confonde con l’azzurro del mare, la Sicilia. Una terra straordinaria, tutta da fotografare. Sono Claudia e avevo 8 anni quando è nato l’amore per la mia Kodak Ektra 200. Una scatolina tanto curiosa quanto magica per me. Ma la Vita cambia, dopo essermi trasferita in Friuli con la famiglia, all’età di 11 anni. Un nuovo capitolo, una nuova realtà. Diplomata perito chimico, decido di trasferirmi a Trieste per studiare Biologia Molecolare. L’età è quella degli interrogativi: sulla Vita, sulla mia passione; un po’ come fanno tutti gli studenti, tra un esame di Biochimica e uno di Fisiologia Umana andato male..

Per Le vie delle Foto 2017 porto “Perdersi… per ritrovarsi”.
Si dice che il mondo dei Folli è di chi ha il coraggio di cambiare, di reinventarsi anche dopo tutte scelte sbagliate commesse in passato. “Da grande girerò il mondo con la mia macchina fotografica” continuavi a ripetere a te stessa. Crescendo, però, ti dimentichi dei sogni e ti lasci condizionare dagli altri. Quando ti sembra ormai tardi, capisci che uno zaino in spalla, una reflex e una carta d’imbarco possono essere la tua salvezza. Senza mai perderti… o magari sì, perderti per ritrovarti. Impari a osservare il mondo con occhi curiosi, con occhi nuovi, attraverso gli occhi delle anime più innocenti che puoi incontrare lungo il tuo cammino: i bambini. La fotografia di strada incontra la spensieratezza e la libertà di queste piccole creature, custodi di segreti nascosti, e lo fa in punta di piedi senza interferire con la realtà. È così. Non puoi fare altro che lasciarti trasportare dai sogni, ma questa volta ci credi, ci credi fino in fondo.

Mentre alle 18.00 inaugura da Gustò Paola Pesante con la mostra "Ciapini":

Mi chiamo Paola Pesante e sono sempre stata affascinata, fin da ragazzina, dal mondo delle immagini: dipinti, fotografie, manifesti pubblicitari, graffiti, illusioni ottiche… tutti interessi che ho continuato a coltivare all’università e nel tempo libero, e coltivo tuttora, in età più che adulta.
Ma il vero incontro con la fotografia ha avuto luogo grazie a un corso in orario extrascolastico proposto a studenti e studentesse del primo biennio delle superiori da quello che allora si chiamava Piccolo Sillani – poi ha cambiato nome, è diventato un intrigante artista concettuale, ma per me è rimasto sempre il Piccolo Sillani di quel corso, grazie al quale ho imparato tutto quello che ancor oggi so su macchine fotografiche, camera oscura, sviluppo, profondità di campo, diaframma, sensibilità della pellicola …
Fotografo quello che vedo, che mi colpisce: mi piace inquadrare, cogliere il particolare, il momento.

A Le vie delle Foto porterò la mostra “Ciapini”:

Esci dopo un’intera giornata passata aggirandoti fra i padiglioni della Biennale. Come sempre, un’esperienza un po’ sconvolgente. Una ridda di impressioni contrastanti sul senso di fare arte, sull’uso delle immagini, della rappresentazione artistica.
E poi, tornando verso piazza San Marco, lungo Riva dei Sette Martiri, uno scorcio irrinunciabile: un ampio arco si affaccia e separa il mondo di qua dal paese dei ciapini. Il paradiso dei ciapini. Secondo me le case in quel fazzolettino di Venezia sono abitate esclusivamente da persone che non escono mai, lavano tutto il giorno i loro panni e fanno una lavatrice dietro l’altra solo per poterli mettere ad asciugare, riempiendo il cielo di colori appesi alle corde stese tra una facciata e quella di fronte, in più file corrispondenti al primo, al secondo, al terzo piano. Ogni Biennale torno, ogni Biennale esco frastornata e mi rassereno ritrovando questa festa di panni e ciapini.
Ecco: credo che sia nata lì la mia passione per i ciapini, le umili mollette da bucato. E accadeva molti anni fa (c’erano ancora le diapositive, per intenderci).
Sono piccoli lavoratori fedeli, i ciapini. E se uno si mette a cercarli con lo sguardo e la macchina fotografica in mano, li trova dappertutto, dal Mali all’Islanda. Piccoli ambasciatori della globalizzazione. Oddio, in qualche paese, è vero, non li ho trovati: in Tanzania, ad esempio – i masai non amano i ciapini (sarà per questo che sono così scontrosi?).
Nel dialetto triestino si dice anche ‘faccia da ciapin’: questa dimensione della fisiognomica non l’ho ancora esplorata. Forse c’è spazio per un’altra mostra…


Allegati

Si parla di