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dai picosatelliti alla materia oscura, come si studia lo spazio dalla terra

Allo spazio TCC si parla di come studiare lo spazio dalla Terra

25 giugno, alle 21.00 e alle 18.00
Piazza della libertà, 8 (all’interno della stazione ferroviaria), Trieste

Come si studia lo spazio senza spostarsi dal pianeta Terra? Nel giugno di Trieste Città della Conoscenza, dedicato alla memoria dell’astrofisica Margherita Hack, parliamo di satelliti e di materia oscura insieme ad Anna Gregorio (Università degli studi di Trieste - Picosats) e Chiara Di Paolo (SISSA - Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati). Conduce Eleonora Degano, giornalista scientifica.

Durante l'incontro scopriremo che di oggetti nello spazio ne spediamo parecchi, dalle capsule Soyuz che portano gli astronauti sulla stazione spaziale internazionale fino alla Tesla lanciata in orbita da SpaceX di Elon Musk nel febbraio 2018. Ma quanti sanno a cosa servono? Di cosa parliamo quando diciamo di aver lanciato un “satellite” e quanto sono grandi questi oggetti? A cosa servono?

“Il satellite Planck dell’ESA, ad esempio, faceva misurazioni di cosmologia. Cercava di aiutarci a rispondere a quesiti aperti, come stabilire l’età del nostro universo, capire se si espande oppure no”, racconta Gregorio. “Il mio punto di vista, il mio rulo nella missione era gestire da Terra gli strumenti scientifici a bordo del satellite. Ho trascorso due mesi nel centro operativo poi sono tornata a Trieste, perché buona parte dei dati si gestiva proprio da qui”.

Il prossimo passaggio? È Euclid, una nuova missione ESA che si occuperà di misurazioni sull’energia oscura e sulla materia oscura. “Euclid non è solo il satellite, ma la missione intera, tutto l’hardware che viene gestito dalla Terra”, dice Gregorio. “Questa gestione sarà responsabilità triestina e lo faremo, insieme a un collega, proprio dall’ufficio dove lavorava anche Margherita Hack”.

Ma cos’è questa materia oscura? Chiamata così proprio perché non è visibile agli strumenti degli scienziati, resta a oggi poco conosciuta nonostante si pensi costituisca quasi il 90% dell’Universo. Se non possiamo vederla, come si studia? E come facciamo a sapere cos’è e cosa non è?

“Non si sa cos’è, ed è per questo che la materia oscura è uno dei più grandi misteri dell’Universo”, racconta Di Paolo, che nei laboratori SISSA studia proprio la materia oscura nelle galassie. “Negli ultimi decenni si è scoperto che deve essere presente perché la sola materia visibile, quella ordinaria, non è sufficiente per spiegare a livello fisico ciò che osserviamo nelle galassie e negli ammassi di galassie. Più in generale, non è sufficiente per spiegare l’evoluzione dell’Universo dal Big Bang fino a oggi”.

Insomma, la presenza di materia oscura, ipotizzata negli anni ’30 del secolo scorso, aiuta gli scienziati a far quadrare i conti di fronte al nostro Universo. “Poiché non possiamo vederla dobbiamo cercare di studiarla attraverso gli effetti che produce a livello gravitazionale”, conclude Di Paolo, “come la forza gravitazionale che esercita sulla materia visibile, su larga scala ovviamente, ad esempio sulle galassie oppure oggetti ancora più grandi”.

L’appuntamento è nello spazio Trieste Città della Conoscenza (all’interno della Stazione Centrale di Trieste, a sinistra della parafarmacia) lunedì 25 giugno alle 18. Evento gratuito e a ingresso libero.


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