Cronaca

Coronavirus, gli psicologi di Trieste: "La vera emergenza sarà dopo la quarantena"

Tre psicologi di Trieste raccontano come cambia il disagio psicologico in tempi di Covid 19: ansia da fake news, convivenze difficili, depressione ma anche più tempo per essere creativi e lavorare su se stessi. "Dopo la quarantena - sostengono - potrebbe esserci un picco di richieste d'aiuto"

Foto: Aiello

I triestini si rivolgono sempre più a psicologi e psicoterapeuti ma il vero boom di richieste d'aiuto arriverà alla fine della cosiddetta quarantena. È il parere condiviso di alcuni professionisti che abbiamo interpellato per capire meglio come il Covid 19 stia attaccando non solo il corpo di chi lo contrae ma anche la mente di tutti gli altri. Non necessariamente in senso negativo. Reclusione forzata, incertezza del futuro, mancanza di distrazioni: fattori che stanno cambiando il nostro modo di sentire, portano alla luce disagi che non credevamo ci appartenessero o vecchie nevrosi che credevamo di aver sconfitto. Eppure, come confermano gli esperti intervistati, il vero disagio potrebbe arrivare quando saremo finalmente “liberi” di uscire di casa.

Lo conferma il dottor Iztok Spetic psicologo e psicoterapeuta specializzato in gestalt, oltre che consigliere dell'Ordine degli psicologi del FVG: “Il sospetto condiviso coi miei colleghi è che il vero disagio arriverà quando si ricomincerà ad avere una vita 'normale' ma ci si renderà conto che la cosiddetta normalità, almeno inizialmente, non sarà quella a cui eravamo abituati. Infatti come ordine cercheremo di incentivare a livello nazionale una maggior presenza di psicologi nell'azienda sanitaria”.

Il lavoro su se stessi

“Per quanto riguarda la situazione presente – continua il dottore - I pazienti che seguo con le sedute online spesso approfittano della quarantena per poter lavorare più in profondità su se stessi. Le limitazioni di questi tempi fanno riemergere i nostri meccanismi di difesa e si prepara così un terreno molto fertile per la terapia. Se ci sono situazioni di disagio sociale prima delle crisi, le circostanze possono acutizzare il tutto ma chi tende a vedere il lato positivo e a reagire risponde meglio degli altri e vede gli spazi di solitudine come un'opportunità. Tra questi anche molti anziani”.

Il dottor Iztok Spetic gestisce anche un progetto Whatsapp con una scuola superiore di Gorizia, organizzando dei gruppi online: “Gli adolescenti mi hanno sorpreso, hanno grandi capacità di adattamento”. Nel commentare le varie fasi dall'inizio della pandemia, lo psicoterapeuta spiega che “Se all'inizio della crisi hanno prevalso la paura e il panico, poi è subentrata una nuova routine con maggior tranquillità. L'angoscia ora arriva dal non sapere cosa succederà e quindi scattano meccanismi di difesa come la negazione del problema o la ricerca del capro espiatorio e del complotto”.

Consigli

Come consiglio pratico per affrontare il momento, lo psicoterapeuta consiglia di "far pace con il senso di impotenza e concentrarsi sulla cura di sé, non solo scoprendo attività che ci facciano stare bene ma anche lavorando su se stessi e chiedendo aiuto ai professionisti". Proprio per sostenere i cittadini e il personale negli ospedali, il servizio sanitario ha attivato un'équipe di 50 psicologi e psicoterapeuti che offrono assistenza telefonica, sia per gli operatori sanitari che per i cittadini, ed esiste anche una piattaforma online con l'elenco dei professionisti che lavorano a distanza e offrono un primo colloquio gratuito.

La "psicopatologia della vita quotidiana"

Secondo lo psicoterapeuta e sessuologo Federico Sandri, che lavora sia privatamente che con presso uno dei 4 Centri di Salute Mentale, “dopo un primo momento di resistenza alle sedute via Skype o Zoom la richiesta da parte dei pazienti è aumentata moltissimo. A soffrire di più la situazione sono i pazienti con un o stile di vita più normotipico: chi ha una routine fatta di palestra, aperitivi e compere folli vede cadere le strategie che era abituato a mettere in campo per fronteggiare le ansie del quotidiano. Senza contare i problemi derivati dalle convivenze prolungate e forzate”.

I bambini

La situazione causa disagi non da poco anche tra i bambini, che non di rado manifestano delle crisi o dei fenomeni di regressione, ad esempio chiedono di essere imboccati quando mangiano da soli già da tempo. Senza contare gli effetti collaterali delle scuole chiuse: “Adesso i genitori si trovano a dover fare anche i pedagogisti – spiega lo psicoterapeuta - e non tutti sono preparati a questa sovrapposizione di ruoli. Non metto in discussione l'operato del Governo né la necessaria chiusura, ma il ritorno a scuola a settembre dopo un'assenza così lunga, o le paventate chiusure 'a singhiozzo' potrebbero essere destabilizzanti per i bambini”.

I problemi per la vita di coppia

In virtù dell'esperienza come sessuologo, Sandri evidenzia anche ripercussioni sulla vita di coppia delle persone: “Il fatto di lasciarsi andare e la mancata cura di sé in quarantena certamente non aiuta all'intimità della coppia e gli stati depressivi così come l aumento dell'ansia non giocano al desiderio. È fondamentale non abbandonare la cura di sé”. I problemi di coppia, purtroppo, vanno ben oltre: la Polizia di Trieste ha evidenziato dall'inizio dell'emergenza una crescita del 30% dei maltrattamenti in famiglia, proprio per la reclusione forzosa. "Un dato probabilmente sottostimato - commenta il dottore - perché molti casi non vengono denunciati".

Il "dramma" delle fake news

Interviene poi la dottoressa Carla Pierangelini, gestalt counsellor, laureata in Scienze Umane e “titolare di Gestalt Svetovanje” (consulenza gestaltica) in Slovenia. "Dalla mia esperienza  - dichiara Pierangelini - vedo che chi ha disagi pregressi considerati “seri” continua a lavorare con più costanza su quegli stessi problemi, in sedute via Skype. La stragrande maggioranza degli interventi però è su emergenze del momento, come panico e angoscia per contingenze particolari. Sin dall’inizio ho ricevuto una marea di chiamate in stato d’emergenza, di solito arrivano a ondate in giornate particolari e sempre più spesso a fronte di fake news".

Un problema, quello delle fake news, che intempi di Coronavirus sembra acutizzarsi sia nella frequenza che negli effetti, a volte devastanti: "In questo momento - spiega la counsellor - non si sa come andranno le cose e quindi si vive in uno stato di “sospensione”, che naturalmente crea angoscia. Le persone non riescono a trovare dentro di sé, quella calma interiore che consente loro di fare un’esame di realtà e, con un po’ di buon senso, “capire”, che la notizia letta non può essere vera, e non hanno neppure gli strumenti per andare a verificare se lo sia. Dall’inizio è stato così e continua, quindi continua la paura dei complotti e con essa il panico e altri disagi. Questo purtroppo succede anche con i mainstream media non solo i con i social".

L'appello

La dottoressa Pierangelini lancia poi un appello "alle persone di cultura e a chi è più in equilibrio con sé stesso in questo momento: è un vostro dovere sociale aiutare gli altri a non impanicarsi vieppiù, quindi attenzione a ciò che pubblicate, cerchiamo di andare verso un atteggiamento di solidarietà e non oppositivo. In questo momento le polemiche non solo non servono ma sono oltremodo lesive. Che si tratti di sanità o di economia, non dimentichiamoci il disagio sociale e psicologico. Possiamo reggere solo se siamo in grado di utilizzare il buon senso. E lo possiamo fare solo se ci si dà una mano l’un l’altro, ciascuno con le sue competenze, come si usa nella società rurale. Abbiamo la tecnologia che ce lo permette, facciamolo! Non mettiamo altra legna al fuoco che ce n’è già abbastanza".

Numeri utili per chiedere supporto psicologico

Per l'assistenza al personale sanitario di ASUGI  da lunedì a venerdì 8.30-10.30 13.30- 15.30
Il numero verde per la popolazione è dal lunedì al venerdì 9- 13
Il numero verde della Protezione Civile 800500300 è abilitato anche per questo tipo di assistenza


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