Cronaca

Minaccia la ex, ma anche gli amici e i datori di lavoro di lei: pericoloso stalker torna in carcere

Arrestato a marzo dopo un anno di persecuzioni, era finito agli arresti domiciliari, ma il gip ha disposto la misura del carcere dov'è stato condotto nuovamente dalla Squadra Mobile

Torna in carcere R.C., classe 1956, già arrestato a marzo scorso e, dopo essere stato scarcerato e posto ai domiciliari, ha perseverato nella sua condotta nei confronti della ex compagna, destinataria di innumerevoli scritti minatori ed ingiuriosi. È stato così nuovamente arrestato in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip, su richiesta della Procura della Repubblica, a seguito di articolate indagini svolte da Squadra Mobile di Trieste.  

Terminata la relazione sentimentale, R.C. aveva dato avvio ad una vera e propria opera di persecuzione studiata e mirata non solo nei confronti della ex convivente, ma anche di tutti coloro i quali hanno avuto contatti, anche lavorativi, con la stessa, la quale in ben due occasioni ha anche perso l’impiego a causa della estenuante pressione esercitata, anche a con minacce, dall’indagato nei confronti dei datori di lavoro.

Atti che si sono protratti da giugno 2016 fino al marzo scorso, culminando con una chiara minaccia per l’incolumità della vittima in occasione del compleanno. Dopo la fine della relazione, l’uomo, artigiano in pensione, in una sorta di delirio finalizzato a dominare ed esercitare il pieno controllo della vittima, ha posto in essere una escalation di condotte che hanno di fatto determinato la donna a modificare le proprie condotte di vita, cagionando grave e perdurante stato di ansia e di paura, oltre che fondato timore per la propria ed altrui incolumità.

R.C. ha inviato una pluralità di lettere e scritti non solo alla donna, ma appunto anche presso i luoghi di lavoro, fino ad affiggere nei pressi dell’abitazione, all’interno del condominio e, addirittura, alla fermata dell’autobus, missive ingiuriose con epiteti estremamente volgari. Sono stati reiterati i pedinamenti e gli appostamenti anche presso i locali dove la donna lavorava, nonché continue le sortite notturne sotto casa, in occasione delle quali suonava con insistenza il campanello, impedendo alla ex convivente di riposare.

Come detto, l’indagato ha incrementato i sentimenti di livore verso la ex compagna, ideando e portando a termine condotte lesive non soltanto in suo danno, ma anche nei confronti di quanti mantenessero con la lei rapporti di conoscenza, di lavoro o di frequentazione, con il fine di punirla per il male che la stessa gli avrebbe provocato.

Tali condotte, confermate con numerosissima documentazione acquisita agli atti delle indagini svolte dagli investigatori della Squadra Mobile, sono state caratterizzate da estenuante e inaudita gravità. L'escalation aveva portato, nello scorso mese di marzo all’arresto dell’indagato, giusta ordinanza applicativa della custodia in carcere emessa dal gip di Trieste su richieste della Procura della Repubblica.

Dopo essere stato posto agli arresti domiciliari, però. R.C., nonostante le intimazioni della magistratura, ha continuato imperterrito nella sua condotta molesta e persecutoria a terrorizzare la ex compagna, inviandole numerose missive ossessive e minatorie. Comportamenti che sono stati rassegnati dalla Polizia di Stato al pm titolare del fascicolo, che ha ottenuto dal gip l’aggravamento della misura cautelare del carcere.

Così, nel pomeriggio del 29 maggio, gli uomini della Squadra Mobile della Questura hanno rintracciato l’indagato presso la propria abitazione e, dopo le incombenze di rito, lo hanno condotto presso la locale casa circondariale.


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