Cronaca

In piazza anche gli Informatori Scientifici del Farmaco: "Vogliamo essere ascoltati"

Una cinquantina di manifestanti hanno simbolicamente appoggiato le loro borse, simbolo della professione, davanti al palazzo della Regione in piazza Oberdan a Trieste. "Chiediamo l'attenzione della giunta"

Oggi 7 novembre davanti al palazzo della Regione in piazza Oberdan a Trieste per la prima volta gli Informatori del Friuli Venezia Giulia hanno appoggiato le loro borse, simbolo da sempre della loro professione. La manifestazione pacifica è nata dall'esigenza, hanno riferito gli organizzatori, "di farci conoscere, per dire che esistiamo nella grande famiglia dei lavoratori del comparto salute. Il nostro giusto nome è Informatori Scientifici del Farmaco".

Chi sono gli ISF

Laureati in ambito scientifico, la loro professione è regolamentata da direttive europee e leggi dello Stato. "L'Informatore Scientifico del Farmaco è - hanno spiegato - l'unico autorizzato dalla legge a portare al medico una comunicazione tecnico-scientifica sui farmaci. Siamo professionisti del farmaco, dei dispositivi medici, dei presidi chirurgici ed integratori; incaricati della raccolta dei dati per la farmacovigilanza e della corretta applicazione delle normative vigenti in materia farmaceutica".

L'obiettivo della manifestazione

Puntualizzando come la manifestazione non sia nata per ragioni di protesta "contro il governo o le aziende sanitarie regionali o farmaceutiche", gli ISF hanno chiesto a gran voce il riscatto della professione "per cercare di riacquistare l'immagine perduta, per dire che noi abbiamo aiutato, stiamo aiutando e vorremmo continuare ad essere d'aiuto per la società, per la sanità e per la nostra stessa categoria".

Chiesta l'attenzione della giunta

Mostrando cartelli e chiedendo l'attenzione della giunta regionale, gli organizzatori hanno infine auspicato la nascita di una "proficua collaborazione tra loro stessi, le istituzioni e i medici" affinché il loro impegno quotidiano possa trovare regolamentazione sulla base di "linee guida condivise". L'obiettivo? Quello di produrre "una informazione di qualità per il fine ultimo che è la salute del paziente".


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