Cronaca

La cooperativa di Basaglia compie 50 anni: quando l'inclusione sociale aiuta la produttività

La CLU offre servizi di pulizia, assistenza alla persona, giardinaggio, logistica e ristorazione. Con un fatturato da 7,5 milioni e 300 dipendenti, presenta un bilancio florido. Il presidente Brajnik: "La nostra mission è l'inserimento lavorativo". Presente l'ex presidente della provincia Zanetti, che ha aperto le porte alla rivoluzione basagliana e oggi critica il mondo della salute mentale a Trieste e in Fvg: "Responsabili ottusi e in mala fede"

La prima cooperativa sociale d’Europa compie 50 anni: si tratta della CLU (Cooperativa Lavoratori Uniti), nata nel 1972 nell’ospedale psichiatrico di Trieste diretto da Franco Basaglia. CLU è una realtà produttiva che include e inserisce nel mondo del lavoro persone con una storia di disagi psichici e sociali e che oggi, a distanza di mezzo secolo, è cresciuta fino a diventare competitiva sul mercato, vantando circa 300 lavoratori e un fatturato di 7,5 milioni nell'ultimo anno. Probabilmente un esempio di come l'inclusione possa essere funzionale alla produttività e l'impresa possa svolgere un'importante funzione sociale. La CLU rappresenta un vero simbolo della rivoluzione basagliana che, alla sua nascita, ha segnato una rottura rispetto alla cosiddetta ergoterapia, in nome della quale i pazienti psichiatrici svolgevano attività lavorative di fatto non retribuite. La cooperativa nasce quindi per dare a questi lavoratori dei diritti e un salario equo.

L’incontro che ha celebrato il cinquantenario si è tenuto nella Stazione Marittima, alla presenza di rappresentanti delle istituzioni tra cui il vicepresidente del Consiglio Comunale Francesco Russo, consiglieri comunali e regionali, il direttore del dipartimento ad attività integrata dipendenze e salute mentale - area salute mentale Pierfranco Trincas e il reverendo Benedict Chidiebere Nwankwo, delegato diocesano ai centri di salute mentale di Trieste, in rappresentanza dell'arcivescovo Enrico Trevisi. Nell’occasione è stato presentato il docufilm “50 anni di CLU”, di Erika Rossi e Massimo Cirri.

La CLU conta oggi 280 lavoratori (intorno ai 320 con le borse formazione lavoro) prevalentemente sul territorio triestino e alcuni nel Goriziano. Le attività sono multisettoriali e riguardano diverse discipline, tra cui la sanificazione altamente qualificata degli ambienti, come pulizie nelle sale operatorie degli ospedali ma anche servizi, assistenza alla persona, giardinaggio, logistica e ristorazione.

“La cooperativa è un’impresa sociale - ha spiegato il presidente della Cooperativa Ivan Brajnik - e ha due obbiettivi: portare il risultato economico, perché senza di quello non possiamo andare da nessuna parte, e la nostra mission fondamentale che è l’inserimento lavorativo. La cooperativa è fondata sui lavoratori, sugli utenti che una volta erano visti come un peso, improduttivi, incomprensibili e inutili, mentre la cooperativa li ha resi produttivi e ha dato loro modo di riprendere la relazione con la società. E’ una cooperativa inclusiva verso il lavoro”.

Concetto confermato dall’intervento della presidente della Lega per le Cooperative del Friuli Venezia Giulia Michela Vogrig, che ha spiegato come “Su livello regionale la CLU è la prima cooperativa per inserimento lavorativo, in un mercato che tende sempre più a espellere persone con fragilità”.

Ha partecipato all’incontro anche Michele Zanetti, che all’epoca dell’attività di Basaglia era presidente della provincia, ente che a quei tempi aveva la competenza per la salute mentale e gli ospedali psichiatrici. Per questo Zanetti viene considerato uno dei protagonisti della rivoluzione basagliana, avendo aperto le porte alla riforma dal punto di vista amministrativo. Interpellato a margine dell’incontro sullo stato attuale del mondo della salute mentale a Trieste e a livello regionale, l'ex presidente della provincia ha espresso “un giudizio di tristezza perché dei responsabili ottusi e in mala fede stanno danneggiando ciò che è stato fatto in tanti anni di lavoro da parte di tanti operatori i quali hanno fatto una bella cosa, che bisognerà difendere per quanto possibile”.

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