Cronaca

A vela da Trieste ad Hong Kong, navigando verso l'India

Continua l'avventura di Fabrizio Pizzioli e Matthew Wakeling Hampton: "Dissacratori profani di un mondo, quello della vela, fatto molto spesso di religione più che di docenza e di presunzione a riempire un vuoto, dove allora un tocco di ironia può salvare baracca e burattini".

Tra notti insonni, ricordi e voglia di gin tonic, continua l'avventura di Fabrizio Pizzioli e Matthew Wakeling Hampton. I due avventurieri sono partiti ad inizio marzo da Trieste con una barca a vela e in questi giorni si stanno avvicinando sempre più all'India.

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Venerdì 3 maggio | Grande giorno di festeggiamenti

Due settimane in mare da Gibuti, due mesi in mare dalla partenza a Trieste, e abbaimo completato la traversata del Mar Arabico!!! Ora altri 240nm verso India nel mare delle Laccadive. Se tutto va bene arriveremo domenica pomeriggio. Sarà un bel lungo viaggio, esotico, eccitante e misterioso. Un viaggio per arrivare in un'isola piena di palme e onde bianche. Dopo l'Europa e l'Africa, stiamo entrando nel subcontinente indiano, i suoi colori e la sua maestosa burocrazia. Bombay gin e acqua tonica! Nel frattempo fantastichiamo su Kokhi, i parchi naturali, le montagne...Avete qualche suggerimento?

Giovedì 2 maggio | La vela è pazienza

Oggi siamo a corto di energia.  Per due settimane bbiamo dormito circa 2/3 ore al giorno e qualche breve sonnellino notturno. La scorsa notte è stato impossibile dormire perchè abbiamo dovuto issare il gennakere monitorare onde e vento. Ho la pelle di un rinoceronte. Mi sono reso conto di essere stato al sole senza alcuna protezione solare. Però me lo godo, non l'ho fatto per molto tempo: sei anni in Belgio, 3 anni a Londra e 6 anni a Shanghai...Un po 'di sole non ucciderà nessuno. India prepara il gin tonic che contiamo di essere lì domenica sera!

Giovedì 2 maggio | Siamo quasi alle isole Laccadive

Che ci crediate o no ci aspettiamo di entrare ufficialmente nelle acque territoriali indiane domani pomeriggio!!! Navigheremo verso le isole Laccadive, a 200 miglia dal subcontinente indiano. Un piccolo paradiso che attraverseremo in velocità, dato che gli indiani (dell'India) non sono contenti di persone che stanno nelle loro acque senza un permesso. Quindi, una piccola nuotata nella barriera corallina e si procede verso l'India, Kochi. Ho appena scoperto (grazie Giorgio Bartoli), che sto andando là per la seconda volta lì. La prima è stata quando avevo nove anni per un viaggio eroico per quei tempi...

Martedì 30 aprile | Nel mezzo del Mar Arabico

Sono quattro giorni che, nonostante le previsioni del tempo, il pattern si ripete. Poco vento il mattino, dobbiamo aiutarci con il motore per non scendere sotto i 3 nodi. Pomeriggio-sera si riprende e ci regala delle inaspettate veleggiate comode e veloci che accompagniamo con “the captain hour” prendendoci gioco di un’espressione di John Kretschmer del suo libro "Sailing a serious ocean", in cui sembra obbligare a bere i suoi compagni di viaggio durante le poco autoironiche e ipercompattante captain’s hours. Che tristezza! Noi siamo l’opposto, autoironia e beffa. Dissacratori profani di un mondo, quello della vela, fatto molto spesso di religione più che di docenza e di presunzione a riempire un vuoto, dove allora un tocco di ironia può salvare baracca e burattini.

Manca relativamente poco all’India, qualcosa che era scandaloso pensare di poter raggiungere. Poco importa, nel weekend saremo a bere gin indiano e ridere per essere entrati di soppiatto nel mondo della vela.

Dopo vedremo quali saranno le prossime mosse.

Il ciclone Fani -not so funny- sta seminando terrore nel Golfo del Bengala da ormai una settimana, a 300 miglia da Trincomalee, Sri Lanka, continuando a dirigersi a nord verso Chennai. Onde fino a 14metri, 70nodi di vento...
L’ironia non ha nulla a che vedere con la stupidaggine. Se esiste la possibilità di incontrare una situazione del genere ripegheremo sulle Maldive, aspettando la stagione giusta per traversate BOB – Bay of Bengal.
Nel frattempo ci concentriamo sulle ultime 665 miglia, preparando la cavalcata finale dopo le isole Kavaratti – la presentazione geografica delle Maldive in territorio indiano.
Daremo fondo alle ultime bottiglie visto che all’arrivo in India le sigillano.

Domenica 28 aprile | Soli in mezzo all’Oceano Indiano

Con 934 miglia che ci separano dall’India e 1065 alle spalle dal Gibuti, siamo ormai nel mezzo della parte nord dell’Oceano INDIANO, il Mar Arabico.
Scrivo adesso.  È quasi mezzanotte e sono di turno in coperta. Sono uscito al timone perché non potevo perdermi questa nottata incredibile. Il vento soffia costante fra i 13 ed i 14 nodi attorno ai 100 gradi TW, poche onde, poca corrente e filiamo fino a sfiorare i 10 nodi SOG, lasciando una scia di plancton fosforescenti e meduse luminose. Oggi finalmente il vento è abbastanza caldo e non c’è bisogno di notte del giubbottino, lo sostituisce una camicetta che sventola aperta per sentire il brivido del vento tropicale sulla pelle.

Siamo soli in mezzo all’oceano! Per noi e la prima volta ed è una sensazione da brivido, eccitante, spaventosa e meravigliosa. Ci accompagna la consapevolezza di non avere un paracadute in caso di bisogno, non ci sono navi vicine, nemmeno una costa a cui aggrapparsi seppure di un paese ostile com’è stato nell’ultimo mese. 

Siamo soli, noi e Nemesis, con i nostri limiti e le nostre imperfezioni, ma anche le nostre piccole sicurezze. E allora non resta che godersi una nottata che ricorderò tutta la vita, correndo sulle onde, respirando l’aria salmastra, le stelle e la solitudine del mare! Fu proprio la curiosità e la meraviglia che condividemmo Matt ed io quando due anni fa, a Rovigo, ci trovammo su un gomoncino preso a noleggio in mezzo al mare, distanti dal casino della terraferma – la vita che ci fagocita – in una pace surreale che c’ha rivelato l’inizio di un sogno che è sbocciato nell’Oceano Indiano!

India arriviamo!


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